venerdì 20 maggio 2011

Primavera inoltrata... Fragole a go go!

E’ tempo di fragole! Quelle buone, grosse, succose, coloratissime e soprattutto di stagione! Perché non approfittarne e utilizzarle come ingrediente principale per un dolce fresco in attesa dell’estate?


Chi mi conosce lo sa, che mi piace sperimentare partendo dalle ricette base per aggiungere il mio tocco personale e variarne i componenti… Dunque, quello che vi propongo è un tiramisù alle fragole superlativo, arricchito da una nota nota alcolica (che da sempre quel qualcosa in più ai dolci, ed io cerco di non farne mai a meno, dove possibile) e soprattutto dai sapori della nostra Sicilia, grazie alla presenza della ricotta di pecora (mascarpone abolito!) e al succo delle arance rosse, così mettiamo un po' in pratica quanto detto in classe ;P !

 

Ingredienti per i Savoiardi:
  • 220 gr di farina 00
  • 80 gr di fecola di patate
  • 240 gr di zucchero semolato
  • 8 uova
  • Mezza bacca di vaniglia oppure un cucchiaino di essenza di vaniglia
  • Zucchero semolato q.b. per spolverare

Procedimento:

Preriscaldare il forno a 165°.


Separare i tuori dagli albumi. Montare i tuorli con lo zucchero e i semini della vaniglia finchè non diventino chiari e spumosi. A parte, montare a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale. Setacciare la farina con la fecola. Aggiungere le polveri a pioggia sul composto di tuorli e zucchero, alternandole con cucchiaiate di albumi, e amalgamare il tutto con un cucchiaio di legno dal basso verso l’alto, delicatamente per non smontare il composto.


Preparare un paio di teglie con della carta forno (ma probabilmente dovrete fare una seconda infornata). Mettere l’impasto in un sac a poche con bocchetta media liscia (o in alternativa un sacchetto di plastica per alimenti a cui taglierete l’estremità con le forbici), e impostare dei ‘’bastoncini’’ sulle teglie. Spolverarli con abbondante zucchero semolato, e cuocere in forno per  15-20 minuti. E’ un tempo indicativo, quindi tenere i savoiardi sempre sotto controllo, quando saranno cotti ve ne accorgerete.


Con questa dose ne vengono circa 40.


Ma andiamo a noi!


Ingredienti per il tiramisù:

  • Savoiardi q.b.
  • Succo di arance rosse di Sicilia q.b. (anche se è difficile trovarne in questo periodo, aimè)
  • Brandy (o qualsiasi altro liquore secco e non troppo dolce) q.b.
  • 800 gr di ricotta di pecora
  •  200 gr di zucchero semolato
  •  300 gr di purea di fragole + qualche fragola intera per la decorazione
  • 200 gr di cioccolato bianco
  • Cioccolato fondente q.b. per la decorazione (facoltativo)

Procedimento:

Il giorno precedente, lavorare la ricotta zuccherandola e setacciandola scrupolosamente (se non con un apposito setaccio, con un comune passapomodoro) così da eliminare tutti i grumi, dopo di che metterla a colare per una notte in frigo, il giorno dopo sarà ben soda. Aggiungeremo così il succo e la polpa delle fragole.


Prendere 150 grammi di cioccolato bianco e ridurlo a pezzetti.


Creare la bagna per i savoiardi con il succo delle arance rosse e il brandy (a discrezione personale), immergervi i savoiardi ormai freddi (meglio se fatti il giorno prima) e disporli alla base della teglia/pirofila.

Stendere uno strato generoso di crema alla fragola sui savoiardi. Distribuire una manciata di pepite di cioccolato bianco, e ripetere tutto da capo.


Prendere gli ultimi 50 gr di cioccolato bianco e grattuggiarlo grossolanamente. Distribuirlo su tutta la superficie e decorare a piacere con cioccolato fondente fuso, fragole glassate nello stesso etc…

Dimenticatelo un po' in frigo. L'ideale è farlo la mattina o nel primissimo pomeriggio per la sera. Ma regna la legge che vale un po' per tutti i dolci: è decisamente più peccaminoso il giorno dopo!!!


Come potete vedere, è un dolce semplicissimo da preparare e sicuramente d’effetto, il successo è  garantito! Ogni forchettata si scioglie deliziosamente in bocca diventando un’esplosione di sapori, dal dolce all’agrumato, al retrogusto alcolico e vagamente amaro del brandy. Un’armonia di sensazioni - i morbidi savoiardi, la cremosità della crema di ricotta fragolosa e le pepite croccanti di cioccolato - che fa venir voglia di godersi questo dolce mangiandolo direttamente dalla taglia a cucchiaiate… Una tira l’altra!


Provare per credere ;) !

martedì 17 maggio 2011

Maria Schillaci ...e le sue tortine cocco e nutella ...

Salve a tutti io sono Maria ed ho 30 anni , ho pensato molto a come iniziare questo post e credo che non ci sia modo migliore per cominciare a descrivermi che parlare dei dolcetti che ho preparato domenica scorsa.Si tratta di semplici tortine al cocco e nutella, la ricetta da cui sono partita è la famosissima “7 vasetti” allo yogurt semplice, buona e molto versatile a cui sono particolarmente legata, essendo il primo dolce che ho preparato in vita mia, non a caso infatti inizio a descrivermi partendo da questa,perchè è da qui che è iniziato tutto...
la ricetta sembra superfluo trascriverla in quanto la conoscerete tutti sicuramente, particolarità di questa torta è che si usa il vasetto dello yogurt come unità di misura. Io ho fatto la variante al cocco, in alcune tortine ho messo sopra prima della cottura un cucchiaino di nutella, altre(poche) le ho lasciate al naturale, una volta sfornate le ho ricoperte di cioccolato bianco e scagliette di cocco.. semplici ma buone e molto molto saporite :)...ed ecco la ricetta : 
    • 3 uova;
    • 2 vasetti di zucchero (io soltanto uno);
    • 1vasetto di yogurt(nel mio caso al cocco);
    • 3 vasetti di farina 00(io due vasetti di 00 ed un vasetto di farina di cocco):
    • ½ vasetto di olio di semi;
    • 1 bustina di lievito;
    • nutella e cioccolato bianco quanto basta .


    Montare uova e zucchero finchè non diventano un composto chiaro ed omogeneo, aggiungere lo yogurt, gradatamente le farine, l'olio sempre mescolando con una frusta e alla fine il lievito.Successivamente disporre il composto nei pirottini di carta all'interno dello stampo per i muffin e mettere sopra un cucchiaino di nutella...poi in forno per 20 minuti a 180 gradi.
ed eccoli qui.....



Bene, dopo aver attirato la vostra attenzione con queste piccole dolcezze,comincio a parlarvi un po' di me ,sarò breve,le parole non sono mai state il mio forte... a meno che non sia arrabbiata o nervosa allora in quel caso inizio a parlare velocissimamente a ruota libera e la mia voce tocca ultrasuoni che solo le balene possono sentire, tanto che chi mi ascolta raramente capisce ciò che dico. Comunque ,come dicevo prima, mi chiamo Maria ed ho 30 anni (troppi!) dopo il diploma e qualche anno di università, per necessità sono entrata nel mondo del lavoro ,credo di aver fatto un po' di tutto, segretaria,receptionist ,cameriera, barista,l'operaia in una fabbrica... Il mio amore per la pasticceria nasce qualche anno fa a causa di una “sfida”...
Una sera a casa di amici durante una delle nostre solite serate cinema, in cui ci si raduna per vedere un film, ma in realtà è una meschina scusa per darsi alla gola, infatti c'è sempre qualcuno che porta un dolce perchè come si fa a vedere un film senza fare una pausa torta??? Fu così che mentre gustavamo una fetta di dolce e commentavamo il film, una mia amica disse: “Tu Mari non ci riusciresti mai a fare una torta non ti ci vedo proprio..”ovviamente il mio spiccato senso di contraddizione e il mio orgoglio in quel momento sono impazziti ,pur non avendo mai rotto un uovo in vita mia mi sono offerta volontaria... la volta successiva avrei preparato io il dolce... L'unico problema era da dove iniziare? Non ne avevo la minima idea...
Mia madre è un ottima cuoca ,così io fino a quel momento non avevo mai dovuto cimentarmi in cucina,PANICO!!!!ma ormai ne valeva il mio onore!dovevo dimostrare che potevo farcela se volevo..così ho chiesto aiuto alla mamma che quando ha saputo che dovevo preparare un dolce è rimasta sconvolta dicendomi “ te lo faccio io?” nessuno credeva in me!!! ='(
così dopo essermi procurata la ricetta più semplice che sono riuscita a trovare, la sette vasetti appunto, mi sono cimentata nell'ardua impresa... non sapevo neanche cosa volesse dire “imburrare e infarinare una teglia”...
Appena ho iniziato mi si è aperto un mondo,ho scoperto che in realtà era una cosa semplicissima, che ogni gesto, ogni movimento, mi veniva naturale e per la prima volta in vita mia mi sono sentita “ a casa” per la prima volta in vita mia ho sentito che quello era il mio posto, mi sono sentita "adeguata"....la torta fu un successo, perfetta la cottura, la consistenza, perfetto il sapore … ricevetti i complimenti di tutti e da allora non mi sono più fermata :) cominciai a sfornare dolci anche tre quattro volte la settimana , dovevo imparare,sperimentare!avevo scoperto l'unica attività che mi rilassava,che mi tranquillizzava...ancora oggi quando sono triste o arrabbiata o nervosa per qualcosa io faccio un dolce...così stacco la spina, entro in un mondo che sa di vaniglia e cannella dove devi concentrarti o rischi di sbagliare a dosare gli ingredienti o che la crema ti si bruci...credo si tratti di una forma di autismo perchè in quel momento il mondo esterno smette decisamente di esistere.
Negli anni ho imparato varie cose,varie ricette ma mi sono resa conto che non mi bastava....che c'erano un sacco di cose da imparare e da sola non potevo farlo, non da autodidatta...volevo sapere tutto e per farlo dovevo mettermi sotto a studiare.Così mi sono messa alla ricerca di un qualche corso che potesse rispondere alle mie esigenze ma per mesi non ho trovato nulla se non corsi che richiedevano una cifra di iscrizione esorbitante.Poi un giorno sfogliando “il Giornale di Sicilia”,un articolo colpisce la mia attenzione, un corso regionale di pasticceria... proprio quello che cercavo!ero entusiasta, ma i posti erano solo sedici pensavo che non sarei mai entrata(viva l'ottimismo...) invece dopo varie selezioni eccomi qui...ad iniziare questa nuova fase della mia vita con una cosa che adoro fare... questi mesi sono già volati ho conosciuto persone fantastiche che condividono la mia stessa passione e attendo con ansia il tirocinio dove potrò vedere e toccare con mano un vero laboratorio di pasticceria, dove potrò finalmente mettermi in gioco e soprattutto imparare, conoscere e avere qualcuno che mi guidi in questo affascinante mondo che è la pasticceria...
ps. il mio sogno? Aprire una sala da tè, un locale d'altri tempi dove siano presenti tutte le varietà di tè immaginabili provenienti da tutte le parti del mondo..dove accostare ad ogni tè un dolce che ne esalti gusto e aroma...ho anche pensato a cosa servire durante i lunghi mesi di calura estiva è tutto chiaro nella mia mente, perfino i colori di sedie e pareti...ma questo per adesso è solo un sogno...


lunedì 16 maggio 2011

Cetty Aiutino: mi presentoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



salve a tutti,carissimi lettori...mi presento immediatamente...mi chiamo Cetty,ho 23 anni...e sono un'amante del cibo,in particolar modo dei dolci...sono la mia passione!!!! da qualche anno,mi sono appassionata al MONDO DELLA PASTICCERIA,ed ho cominciato a prepararli oltre che mangiarli. POSSO TESTIMONIARE DEL FATTO CHE è UNA VERA E PROPRIA SODDISFAZIONE,LAVORARE LA PASTA CON LE PROPRIE MANI...VEDERE CHE DA SEMPLICI INGREDIENTI POSSONO USCIR FUORI DEI VERI CAPOLAVORI...INSOMMA SPERO DI VIVERE DI QUESTO,PERCHè PENSO CHE NON CI SIA NIENTE DI PIU BELLO,DI FARE UN LAVORO APPASSIONANTE,ENTUSIASMANTE E SODDISFACENTE!speriamo bene! :-)

domenica 15 maggio 2011

Leandro Lo Cascio: un po di me, un po di noi

Benvenuti e/o bentornati a tutti i lettori!!
Mi presento, sono Leandro, ho 26 anni e come molti ragazzi della mia generazione, sono un sognatore disilluso che non per questo smette di puntare gli occhi su un futuro tutto da scrivere, tortuoso che sia,  in salita, in discesa o come mai ce lo saremmo immaginato...

Forse vi state domandando come mai abbia puntato ad organizzare un discorso in maniera tanto contrastante e singolare. Ebbene, per rispondervi citerò la scrittrice francese Muriel Barbery. Ella affermava che "il futuro servisse a costruire il presente con veri progetti di vita", e non è forse quello che stiamo realizzando passo dopo passo presso l'ente di alta formazione R.E.M.?

Proprio così, io ed i miei colleghi ce la stiamo davvero mettendo tutta per andare fino in fondo con gli studi delle arti pasticcere. Studi! Avete capito bene... perché ormai non si tratta più di saper stendere una pasta o confezionare una crema. Si sa che la società attuale è costituita da un pubblico sempre più attento e consapevole in qualsivoglia settore del quotidiano, ragion per cui, le nostre figure professionali dovranno dare adeguata risposta alle esigenze certamente comprensibili e condivisibili dei consumatori. 
Qualcuno potrebbe dire che la pasticceria non rientra proprio nel quotidiano, che è un fenomento maggiormente imputabile a certi periodi dell'anno - basti pensare alle festività -; In certi casi ciò è anche vero, ma anche in ragion di questo il Nostro operato sarà doppiamente interessato ad una cura nella scelta e trasformazione dei prodotti non indifferente. Dalle nostre fatiche ne vedranno bene le vostre papille gustative, i vostri occhi e le vostre pancie :) 

Ci auguriamo tutti che sarà nostro piacere servirvi un dolce realizzato a regola d'arte, accompagnato dalla giusta bevanda, in un luogo ove dimenticare anche per qualche attimo gli impegni e lo stress giornaliero. Quell'attimo che vi conquisterete sarà la nostra soddisfazione. Sarà un piacere condiviso. Sarà un dolce futuro se ci crederete assieme a noi.

Seguiteci ancora!

venerdì 13 maggio 2011

Martina Scalia: la chiamavano Tolkien...

Parlare di sé, presentarsi e riassumere in uno spazio limitato qualcosa di importante non è mai facile; nel mio caso rischio sempre di essere di prolissa, come alcuni mi rimproverano :P ! Vediamo come me la cavo in questo contesto…


 Sono Martina ed ho 22 anni. I miei primi approcci al dolce mondo pasticcioso si fanno timidamente strada quando ero poco più che una bambina, avevo circa 11 anni… Un po’ per caso, un po’ per gioco ho cominciato a pasticciare con i famosi preparati Cameo, proprio quelli che oggi evito con tanta cura, sì! 


[ Mamma: ‘’Marti, facciamo la crostata di mele per domenica??’’
Io: ‘’Sì, dai!!’’
Mamma: ‘’Allora compro il preparato Cameo…’’
*Scatta la tipica scena a rallentatore con tanto di facciotta sconvolta, braccia al cielo e ‘’vocina’’ alterata* 
Io: ‘’NNNNOOOOOO, non dirlo mai più!’’ ]


Concedetemi questa piccola parentesi, volevo giusto rendere l’idea di quanto sia pignola e maniacale quando si parla della preparazione dei dolci, ma ho a cuore ogni signola fase della lavorazione e mi preme gestirla personalmente senza aiuti né scorciatoie, in modo da sentire quello che sto facendo
completamente mio, la classica ‘’farina del mio sacco’’, e scusate per il gioco non di parole, ma di idee :) !


Nell’adolescenza ho intrapreso un percorso linguistico, successivamente  riconfermato all’università, e tuttora in atto (purtroppo o per fortuna?! Uhm…). La pasticceria è stata né più né meno che un piacevole hobby affiancato come tanti altri allo studio; un passatempo coltivato tra le mura domestiche, pile di bacinelle sporche, le puntuali lamentele della mamma (per la cucina stravolta!), mani sporche di cioccolato e l’inebriante profumo di vaniglia che dal forno si spande per tutta la casa. Nel tempo, le mie ricerche su libri di cucina ed internet (cookaround forum&Luca Montersino in Peccati di Gola @ Alice tv canale 416 di Sky docet), seguite dalle relative sperimentazioni (e cavie volontarie!!), sono maturate nella voglia di approfondire le limitatissime conoscenze che possedevo circa procedimenti, scelta degli ingredienti, abbinamenti di sapori e impacciatissimi tentativi di decorazione, tutti elementi che hanno dato vita a quello che da lì in poi è diventato il mio affezionatissimo soprannome: la Pasticciona, si commenta da sé e ci sta tutto (possiedo anche un grembiule con tanto di ricamo, regalo di cui vado naturalmente fierissima!).


In tutti questi anni, la pasticceria, a differenza di altre attività varie ed eventuali, è rimasta l’unica costante in grado di darmi veramente qualcosa, in termini di piccole soddisfazioni personali, qualche sorriso in più che male mai non fa e di sensazioni; ma l’aver fatto determinate scelte di vita così distanti da questo mondo mi ha sempre un po’ scoraggiato di fronte alla possibilità di farne una vera e propria aspirazione.


La svolta, un anno fa. Complice il tanto chiacchierato Facebook, per la prima volta ho avuto l’opportunità di conoscere un maestro pasticcere degno di tale appellativo, il quale mi ha prontamente invitato a partecipare alla sua interessante, coraggiosa iniziativa che consente a persone comunissime, con o senza esperienza nel campo, di entrare nel suo laboratorio e provare l’esperienza di sentirsi concretamente parte di questo mondo in qualità di protagonisti.  Parola chiave: Condivisione. Comincia il mio percorso, e stavolta con uno spirito diverso. Il mio entusiasmo mi conduce ad una nuova consapevolezza ed infine alla conferma definitiva:  tra sac a poche e temperatrici, frutta secca divinamente caramellata e sinuose creme dai profumi intensi ho trovato la mia dimensione ideale… E’ questa la mia strada. Strada che, per il momento, ho deciso di portare avanti parallelamente agli studi, anche se inevitabilmente questi ultimi hanno subito un rallentamento non indifferente.


Nel contempo, coccolo quello che da qualche tempo a questa parte è diventato il mio piccolo, grande sogno nel cassetto: quello di aprire e gestire un caffè letterario e musicale in stile americano, una dimensione estraniante, un ambiente piccolo e ricercato, caldo ed accogliente, che metta a disposizione il wifi, qualche pc, musica in acustico (rigorosamente live), una libreria completa dei grandi classici in diverse lingue, un vasto assortimento di torte e biscotti, the, infusi, cioccolate, liquori e non solo… Infine, un angolo tutto dedicato alle praline artigianali dai più svariati ripieni, e qualcosa mi dice che trionferanno pistacchio e cocco tra tutti. Ben consapevole di dover fare molta, moltissima esperienza prima di compiere un passo tanto importante, ho voluto intraprendere il percorso ABPS perché possa gettare le basi per la formazione di un modello professionale con la P maiuscola, quale spero di essere in futuro, che sappia essere competente ma umile ed in modo intelligente. Eccomi dunque qui, coinvolta nel progetto REM con fiducia e determinazione, progetto in cui vedo una grande opportunità di crescita personale e professionale, nonché un buon biglietto da visita che possa introdurmi nel mondo del lavoro.


Beh… Le conclusioni non sono il mio forte, e del resto perché concludere… non siamo che all’inizio, il tirocinio è alle porte e la voglia di mettersi in gioco è alle stelle… Che altro aggiungere? Faccio un enorme in bocca al lupo a me stessa e ai miei colleghi!
E alla faccia del non voler essere prolissa… :P !

mercoledì 11 maggio 2011

Io sono Manuela e ho 29 anni. Mai stata brava a descrivermi o definirmi in qualche modo, piuttosto preferisco che siano gli altri e quel che faccio a farlo al posto mio...ho sempre pensato che raramente siamo i giudici più obiettivi di noi stessi e che ogni visione sia sempre parziale, non rispecchiando la realtà intera di tutto un mondo contenuto in una persona.
Da quando ho iniziato ad avere consapevolezza di me e a volgere lo sguardo al futuro, mi sono proiettata in professioni molto diverse tra loro, alcune delle quali anche abbastanza "originali" : ballerina, artista circense (vedi alla voce "domatrice di leoni"), campionessa di karate, poliziotta, giocatrice di pallanuoto con palmares olimpico, esperta forense, ricercatrice in tossicologia in uno sperduto angolo della foresta amazzonica alla ricerca di sconosciute piante miracolose, musicista vincitrice di svariati Grammy Award, velista in solitario e infine ostetrica. Abbastanza coerente, non c'è che dire...eppure ho messo alla prova me stessa per davvero in ognuna di queste cose, cercando di capire in quale tra queste potessi davvero sentirmi a mio agio. E mi dispiace per voi, ma non ha vinto la domatrice di leoni.
C'è una parte di me che è sempre rimasta costante nel tempo, che non mi ha mai abbandonata e che, alla fine, sta tracciando un sentiero sempre più netto e preciso in cui, finalmente, riesco a camminare senza dubbi se non con la consapevolezza di stare facendo la scelta giusta. Detto in breve: amo stare in cucina, impazzisco per i soffritti e le zuppe, mi cullo tra i vapori di un forno appena aperto e pratico meditazione preparando un pan di spagna. E' faticoso, richiede anche molte più ore, spesso, delle otto sindacali, notti in bianco quando la tuA giornata è fitta e qualcuno festeggia il compleanno giusto il giorno dopo, causa lombalgie e dolori articolari ma non c'è nessun'altra fonte di stress fisico che mi renda più felice. E' studio, dedizione e volontà, ma so che è quel che voglio fare. Parallelamente sto coltivando la passione per altri due campi, sempre relativi alla cucina (perchè ormai non si scappa): la chimica degli alimenti, forte dei miei studi scientifici (e chi lo sa che una laurea in scienze gastronomiche non bussi alla porta in un domani non così lontano) e l'arte del banqueting e del catering in generale, apprendendo il più possibile sul campo e con un piccolo, piccolissimo, progetto di catering a domicilio, tutto mio. 
Mi piace pensare che tutta l'esperienza che sto accumulando da un pò di tempo in qua e tutto ciò che sto imparando un giorno daranno i loro frutti, rendendomi una brava professionista, seria, stimata e completa. Magari avrò una pasticceria oppure farò la consulente in giro. Forse viaggerò, forse inventerò il cioccolattino che farà storia o lavorerò nella trattoria sotto casa, chi può saperlo. Potrei anche riconsiderare l'idea di lavorare al circo. A cucinare la pappa ai leoni e alle tigri

    04/04/2011...
 immaggine  paesaggistica  durante il nostro viaggio in pullman a  "palazzolo" ditta a conduzione familiare di prodotti di qualità.