domenica 17 aprile 2011

Una giornata ad Alia

Ieri mattina mi trovavo nei dintorni di Alia, per una visita organizzata dal Gas (gruppo di acquisto) di Carini presso l'azienda agrituristica "Villa Dafne". Ho deciso di approfittare di questa gita sulla scia dello spirito del ritorno alle tradizioni e della riscoperta della nostra terra, con in testa tutto ciò che ho appreso al corso finora, alle escursioni e in autonomia, per puro gusto personale!
Finalmente giunta sul luogo con tre amici, ci si apre dinanzi un panorama splendido con distese verdi a perdita d'occhio, pascoli e un profumo di erba e aria buona che spesso dimentichiamo abitando in città.



L’azienda agricola, estesa 200 ettari, è condotta con il sistema di produzione biologico. Ha un allevamento di 1.000 ovini della Valle del Belice, 100 bovini di razza pezzata rossa italiana, allevati in purezza e 30 suini, rigorosamente alimentati al pascolo.
Lungi da me la volontà di fare pubblicitàgratuita, devo dire che l'accoglienza è stata molto gradevole. Siamo stati accolti dalla padrona di casa che ci ha raccontato la storia di come è nata l'azienda e ci ha portato in giro per le varie strutture, sia in quelle di allevamento dei capi di bestiame che in quelle per il confezionamento dei prodotti (tra cui dei formaggi davvero eccezionali e una buona pummarola pronta), sia nei luoghi dove avvengono la caseificazione e la stagionatura. In uno di questi si è sfiorata la Sindrome di  Stendhal, per la bellezza e il profumo inebriante di latte e di muffa


Come al solito, ciò che mi colpisce di questi luoghi è la dedizione e l'impegno estesi a tutta una famiglia, che si lancia in un progetto e lo sposa anima e corpo, per amore della terra e di una tradizione agricola che fortunatamente resiste, grazie a baluardi come questo, in cui trovi il figlio dei padroni di casa che si è specializzato in Produzioni Agricole in un'università del nord Italia per ritornare a casa e occuparsi con maggiore competenza della filiera del formaggio.

Avevo infatti dimenticato di dire che ci troviamo all'interno de “Le vie dei formaggi dei Monti Sicani”, che rappresentano una realtà che coinvolgeva, almeno fino al 2002, (non so quante adesso di preciso)  ventotto aziende del territorio compreso fra le province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo.Avviato dalle Unità operative del distretto Monti Sicani, il progetto “Le vie dei formaggi” è finalizzato alla realizzazione di un circuito che offre al turista, che è anche un consumatore, non solo la fruizione di luoghi altamente suggestivi e poco conosciuti ai più (e ci metto dentro la maggior parte di noi Siculi) , ma anche la possibilità di toccare con mano l'origine dei prodotti che può trovare sulla propria tavola, così come di acquisire una maggiore consapevolezza sugli elementi che contraddistinguono, per esempio, un buon formaggio da un cattivo formaggio e quindi di imparare a scegliere cosa mangiare.





Momento da ricordare, l'incontro con la Sig.ra Caterina, vecchina dalla voce argentina e due occhi vivi e profondi, che ci ha offerto un caffè e dei biscotti tipici chiamati "umberti", burrosi e friabili...chiaramente non potevo perdere l'occasione di farmi raccontare come facesse quei biscotti e se conosceva altre ricette.
Peccato non aver avuto moltissimo tempo a disposizione, visto che la signora sembrava provare un gran piacere in quello scambio di informazioni e aneddoti su come, per esempio, l'impasto dei biscotti vada "frasculiato" rigorosamente a mano e senza impastatrici..."picchi un si fa!"

Spero abbia gradito il muffin alla crusca che le ho offerto per ringraziarla della sua loquacità!

1 commento:

  1. E brava la Manu che se ne va in giro per la Sicilia. Al solo vedere le foto, riesco ad immaginare il feto (per me ciavuru) di tutti quei formaggi. E che dire di quei paesaggi, approvo in pieno spendere il proprio tempo libero in questo modo. Ci si potrebbe tornare solo solo per avere la possibilità di passare più tempo con la Sig.ra Caterina, deve essere stata fantastica!

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